Cosa sono quelle macchie sul volto dei personaggi? Chi è la causa di quel danno estetico che stona nel complesso di una scena pittorica, magari appena sapientemente restaurata?
Il colpevole in questo caso è sicuramente la biacca. Si tratta del bianco di piombo, uno tra i pigmenti maggiormente impiegati nella Storia dell’Arte.
Il suo utilizzo è trasversale, conosciuta in tutta Europa e in tutte le epoche: dall’antico Egitto fino a metà del ‘900, la biacca si presenta color bianco caldo, con grande potere coprente e alto indice di rifrazione.
È composta essenzialmente da carbonato basico di piombo, ossia: Pb(CH3COO)2.
La Biacca è un pigmento essenzialmente stabile infatti è frequentissima in tutte le tecniche artistiche, fatta eccezione per l’affresco. Il contatto tra la biacca a pH acido, la calce degli intonaci a pH basico e l’umidità può infatti provocare un viraggio del colore, che da bianco diventa nero-bruno a causa dell’ossidazione del piombo. Per questa ragione, veniva applicato sugli affreschi per lo più come colore a secco, e quindi legato non con la calce ma con leganti di natura diversa.
Tuttavia, tal volta la contaminazione avveniva lo stesso. Per questo troviamo oggi elementi che un tempo dovevano essere bianchi, di colori neri o bruni che stonano rispetto al contesto.
Ad oggi esistono processi di riconversione della biacca alterata, si tratta di una pratica conservativa collaudata già da alcuni decenni. Purtroppo non sempre è possibile attuare questo processo.
A volte è importante avere pazienza e fiducia nei restauratori, quando non tutto viene riportato “a nuovo”, come spesso si sente dire da chi fruisce dell’arte.
A volte può essere che si sia optato per la conservazione e la tutela del bene stesso, sacrificando ciò che sembra così importante, ma che in realtà è possibile escludere con l’immaginazione.
|Per saperne di più
- Cennino Cennini; Il libro dell’arte; Neri Pozza 2009
- Natalia Bevilacqua, Leonardo Borgioli, e al.; I pigmenti nell’arte dalla preistoria alla rivoluzione industriale; Il Prato 2010

